San Bernardo di Chiaravalle, nel capitolo XV° dell’opera “De diligendo Deo”, definisce l’amore come una forza il cui fine ultimo, il più alto e nobile, è quello di portare l’individuo ad una fusione totale in Dio. Lo spirito di Dio possiede una particolarità in quanto è circolare: non solo esso è il punto di origine, di partenza, la sorgente d’ogni amore, ma ne è anche il punto di arrivo, la foce. La particolarità dell’amore di Dio è che il punto di partenza e di arrivo dell’amore divino coincidono.
Nel pensiero di Bernardo il peccato non è dato da un sentimento di odio verso qualcuno, ma piuttosto dalla volontà di dirigere egoisticamente verso noi stessi, l’amore che si dovrebbe dedicare a Dio.
Ecco così che invece di rapportarsi ad un amore puro e spirituale, l’uomo si adagia banalmente a piaceri di livello più basso quali quelli connessi all’amore materiale e carnale. Così facendo non riusciamo ad offrire a Dio quell’amore che lui merita e cioè l’Amore sublime, disinteressato, che non vuole nulla in cambio: l’amore d’amore.
Bernardo, analizzando il sentimento di amore, ne identifica quattro gradi i quali nel loro insieme definiscono un percorso circolare. Il sentimento di amore che inizialmente è rivolto verso noi stessi (amor proprio) esce dal sé, per mettersi poi alla ricerca di Dio e da ultimo ritornare al sé, ma solo per Dio. Vediamo un po’ meglio come sono strutturati questi quattro gradi:
1) L’amore proprio o l’amore verso se stessi: « […] bisogna che il nostro amore cominci dalla carne. Se poi è diretto secondo un giusto ordine, […] sotto l’ispirazione della Grazia, sarà infine perfezionato dallo spirito. Infatti non viene prima lo spirituale, ma ciò che è animale precede ciò che è spirituale. […] Perciò prima l’uomo ama sé stesso per sé […]. Vedendo poi che da solo non può sussistere, comincia a cercare Dio per mezzo della fede, come un essere necessario e lo ama».
2) L’amore di Dio per se stessi: « Nel secondo grado, quindi, ama Dio, ma per sé, non per Lui. Cominciando però a frequentare Dio e ad onorarlo in rapporto alle proprie necessità, viene a conoscerlo a poco a poco con la lettura, con la riflessione, con la preghiera, con l’obbedienza; così gli si avvicina quasi insensibilmente attraverso una certa familiarità e gusta pura quanto sia soave».
3) L’amore di Dio per Dio: « Dopo aver assaporato questa soavità l’anima passa al terzo grado, amando Dio non per sé, ma per Lui. In questo grado ci si ferma a lungo, anzi, non so se in questa vita sia possibile raggiungere il quarto grado».
4) L’amore di sé per Dio: “. […]« Quello cioè in cui l’uomo ama sé stesso solo per Dio. […] Allora, sarà mirabilmente quasi dimentico di sé, quasi abbandonerà sé stesso per tendere tutto a Dio, tanto da essere uno spirito solo con Lui. Io credo che provasse questo il profeta, quando diceva: “Entrerò nella potenza del Signore e mi ricorderò solo della Tua giustizia” ».